Mal di testa: tutte le cause di cefalea

I mal di testa non sono tutti uguali: esistono tanti tipi di cefalea con differenti caratteristiche, sintomi, modalità di insorgenza e livello di intensità del dolore. In questo articolo li esamineremo nel dettaglio.

La classificazione delle cefalee più conosciuta e accurata è la “Classificazione Internazionale delle Cefalee” (ICHD), redatta dalla International Headache Society (http://www.ihs-headache.org/) e passata al vaglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Sostanzialmente è possibile suddividere le cefalee in tre categorie:

  • Cefalee primarie
  • Cefalee secondarie
  • Nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primarie e altre cefalee

Mentre le cefalee primarie non sono legate a cause organiche riconoscibili, le cefalee secondarie dipendono da altre patologie in atto nel nostro organismo.

Tipi di mal di testa

Cefalea primaria

La cefalea primaria è la forma più comune di mal di testa ed è considerata un’entità patologica autonoma, ovvero non connessa a cause specifiche direttamente identificabili.

I principali sottogruppi della cefalea primaria sono:

  • Cefalea tensiva
  • Emicrania
  • Cefalea a grappolo

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Esse si differenziano per alcune caratteristiche peculiari:

CEFALEA TENSIVAEMICRANIACEFALEA A GRAPPOLO
Come è il doloreCostrittivoPulsanteLancinante
Dove si trovaIn regione occipitale o tutto il capo bilateralmenteTipicamente frontale e perioculare. Unilaterale.Area peri e retro oculare e/o frontale. Unilaterale
Quanto è intensoLieve-moderatoModerato-severoMolto intenso
Quanto duraDa diversi minuti a qualche giornoDa 3-4 ore a 2-3 giorni10-15 min a qualche ora
Quanto spesso si presentaDa pochi episodi / anno a più episodi/settimanaDa pochi episodi/anno a più episodi/settimanaPeriodicamente
Quali altri sintomi si presentanoContrattura muscolare, fotofobia, fonofobiaNausea, vomito, fotofobia, fonofobia. Aura.Lacrimazione, miosi, rinorrea, sudorazione.
Colpisce di più uomini o donne?DonneDonneUomini

Tutte le cefalee primarie possono presentarsi in forma episodica, ovvero con frequenza inferiore a 15 giorni al mese, oppure in forma cronica se il dolore è presente per più di 15 giorni al mese.

Il dolore cronico persistente è estremamente invalidante e difficile da trattare farmacologicamente.

Avere mal di testa tutti i giorni è comunque molto raro.

1. La cefalea tensiva

La cefalea tensiva è la forma più comune nell’ambito delle cefalee primarie e colpisce soprattutto il sesso femminile.

E’ un tipo di mal di testa riconducibile alla contrattura anomala e involontaria dei muscoli di collo, spalle e testa (in particolare fronte, tempie, mandibola) e particolarmente correlato a condizioni stressanti, deflessione del tono dell’umore e alterazioni posturali.

Tipicamente interessa la regione posteriore del capo (regione occipitale) oppure tutto il capo bilateralmente.

E’ un dolore di tipo gravativo, spesso descritto dal soggetto come un “cerchio alla testa”. La sua intensità è lieve-moderata e la sua durata è variabile da trenta minuti a diversi giorni (in modo continuo).  Non è influenzato dai movimenti della testa.

Talvolta è presente fastidio alla luce ed ai rumori. E’ rara l’associazione con nausea e vomito
In genere la cefalea tensiva non limita eccessivamente la normale esecuzione delle attività della vita quotidiana.

2. Emicrania

L’emicrania si colloca al secondo posto per frequenza tra le cefalee primarie.

La prevalenza è maggiore nelle donne con una significativa incidenza anche nel bambino.

Le cause dell’emicrania non sono state completamente chiarite. Si ipotizza che alla base del disturbo ci sia una disfunzione di tipo neuro-vascolare associata a un’alterazione nei sistemi di percezione del dolore.

Il dolore è di intensità grave-moderata, è tipicamente descritto come pulsante e interessa soltanto un lato della testa, più frequentemente la regione frontale e perioculare. Inoltre, peggiora col movimento della testa.

La durata degli episodi è generalmente più breve rispetto alla cefalea tensiva, con un range tra 3-4 ore a 2-3 giorni.

La frequenza degli attacchi è molto variabile: alcuni individui manifestano soltanto un paio di episodi all’anno, altri 2-3 alla settimana.

L’emicrania è molto frequentemente associata ad altri sintomi quali: nausea, vomito, fotofobia (fastidio per la luce), fonofobia (fastidio per i suoni), osmofobia (fastidio per gli odori).

Per tale motivo, il soggetto emicranico è solito, durante gli attacchi, riposare a letto al buio e in silenzio.

Gli attacchi sono spesso scatenati da fattori ormonali, alimentari, ambientali.

L’emicrania è, dunque, un tipo di mal di testa che, per le sue caratteristiche, limita fortemente lo svolgimento delle attività della vita quotidiana.

Emicrania con Aura

Nell’emicrania con aura, il soggetto avverte una serie di “sintomi premonitori”, che esordiscono poco prima l’episodio emicranico.

Si tratta di sintomi di tipo neurologico, transitori (qualche minuto) e che regrediscono quando inizia il dolore emicranico.

Essi includono: disturbi della sensibilità (parestesie, disestesie), della vista (lampi luminosi, visione sfocata o deformata, emianopsia ovvero oscuramento di un lato del campo visivo), disturbi dell’eloquio (afasia, se la cefalea è localizzata a sinistra), disturbi dell’udito.

3. Cefalea a Grappolo

E’ la forma di cefalea primaria più rara ma molto più grave.

A differenza degli altri tipi di cefalea primaria, la cefalea a grappolo è più frequente nel sesso maschile (80% dei casi).

E’ estremamente rara nel bambino.

Il dolore che caratterizza un episodio è estremamente intenso, descritto come “trafittivo”, “lancinante”, “a pugnalata”.

Insorge improvvisamente e l’intensità raggiunge il massimo molto rapidamente.

Nella quasi totalità dei casi è localizzato soltanto a un lato della testa per tutta la durata dell’attacco.

Il soggetto colpito diventa molto irrequieto e non riesce a stare fermo.

Il decorso clinico della cefalea a grappolo è caratterizzato dall’alternanza di periodi liberi dalla malattia, in cui si assiste alla remissione completa dei sintomi, a periodi (variabili dalle 2 settimane a qualche mese) in cui gli attacchi di cefalea a grappolo possono essere estremamente frequenti e ravvicinati (anche più attacchi nello stesso giorno).

Frequentemente è possibile riconoscere una periodicità, una sorta di “ritmicità” nella presentazione degli attacchi (stesso periodo dell’anno o del mese o del giorno).

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Ciascun episodio di cefalea a grappolo ha una durata, anch’essa variabile, da 10-15 minuti a qualche ora (2-3).

I sintomi associati durante l’attacco sono: lacrimazione, arrossamento congiuntivale, congestione nasale, miosi (diminuzione del diametro della pupilla), sudorazione. Non si osservano quasi mai nausea e vomito.

Le cause della cefalea a grappolo non sono completamente note. Si ipotizza una fisiopatogenesi legata a meccanismi ormonali in cui giocherebbe un ruolo importante l’ipotalamo (struttura diencefalica implicata nella regolazione delle principali funzioni vegetative e autonomiche).

I principali fattori riconosciuti come scatenanti attacchi di cefalea a grappolo sono: fumo di sigaretta, abuso di alcolici, stress fisico e/o psichico intenso, alterazioni del ritmo sonno-veglia e deprivazione di sonno.

Cefalea secondaria

Per cefalea “secondaria” si intende un tipo di cefalea che rappresenta un sintomo nell’ambito di un’altra patologia che interessa il nostro organismo.

E’ importante riconoscere questa condizione perché, seppur in una percentuale molto piccola, il mal di testa può essere la spia di malattie anche molto gravi, come ad es. emorragie cerebrali.

La distinzione tra cefalee primarie e secondarie può non essere semplice.

La diagnosi è di competenza strettamente medica e può essere necessario sottoporsi ad alcune indagini strumentali, che includono: esami ematici, Tomografia computerizzata (TC) dell’encefalo, Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) dell’encefalo, studio dei vasi intracranici (Angio-TC o Angio RMN), rachicentesi, elettroencefalogramma.

Secondo la classificazione dell’International Headache Society esistono otto categorie di cefalea secondaria.

Cefalea da traumatismo cranico e/o cervicale
– Cefalea da traumatismo cranico: i traumi cranici possono causare sanguinamenti all’interno del parenchima cerebrale o tra le meningi che circondano il cervello (sanguinamento subdurale, epidurale, subaracnoideo).
– Cefalea da commozione cerebrale (in assenza di sanguinamento).
– Cefalea da colpo di frusta.
– Cefalea post craniotomia (intervento chirurgico in cui viene aperta la scatola cranica).

Cefalea da disturbi vascolari cranici o cervicali
– Ictus ischemico o attacco ischemico transitorio (TIA)
– Emorragia intracranica non traumatica
– Malformazioni vascolari
– Vasculiti (infiammazione dei vasi sanguigni del cervello)
– Dissezione o procedure endovascolari sull’arteria carotide interna

Cefalea da disturbi intracranici di natura non vascolare
– Ipertensione o ipotensione intracranica: all’interno del sistema nervoso centrale è presente un liquido chiamato liquor o liquido cefalorachidiano e che ha una funzione vitale per lo stesso. Un’alterazione, anche minima, della pressione del liquor è associata a cefalea molto intensa.
– Cefalea da malattie infiammatorie non infettive: es. sarcoidosi, meningite asettica.
– Cefalea da tumore cerebrale, primario o secondario (metastasi).
– Cefalea associata all’epilessia.

Cefalea da uso di sostanza o sua sospensione: sia l’abuso che la brusca sospensione della sostanza d’abuso può determinare la comparsa di cefalea.
– Alcuni farmaci (oppiacei, triptani, analgesici): l’uso eccessivo in posologia e/o durata di farmaci analgesici (che inizialmente determinano sollievo dal dolore) diventa esso stesso causa di dolore. E’ necessario attenersi strettamente alle indicazioni del medico.
– Sostanze stupefacenti.
– Alcol.
– Caffeina.
– Monossido di carbonio.

Cefalea da infezioni
– Infezioni batteriche o virali a carico del SNC (meningite, encefalite) o sistemiche (polmonite, influenza ecc.)

Cefalea da disturbo dell’omeostasi
– cefalea da dialisi
– cefalea da ipertensione arteriosa
– cefalea da digiuno o disidratazione
– cefalea da ipotiroidismo
– cefalea da malattie cardiache, renali, polmonari

Cefalea da patologie a carico delle strutture facciali o craniche:
cefalea da disturbi cervicali
– cefalea da disturbi oculari: es. glaucoma acuto, vizi di refrazione, strabismo.
– cefalea da disturbi dell’orecchio
– cefalea da disturbi del naso e dei seni paranasali: es. rinosinusite
– cefalea da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM)
– cefalea da disturbi dei denti

Cefalea da disturbo psichiatrico: disturbi di somatizzazione, disturbi psicotici

Nevralgie craniche e dolori facciali

Le nevralgie craniche sono condizioni dolorose del capo dotate di caratteristiche specifiche in relazione al nervo interessato da patologia.

Sono caratterizzate tipicamente da episodi di dolore brevi, molto intensi e ripetuti nel tempo.

Nevralgia del Trigemino

Il trigemino è il 5° nervo cranico e deve il suo nome alle sue tre branche (oftalmica, mascellare e mandibolare).

Provvede all’innervazione sensitiva della faccia e motoria dei muscoli masticatori oltre ad avere una componente neurovegetativa.

La nevralgia del trigemino costituisce circa il 90% dei dolori facciali, ha una netta prevalenza nel sesso femminile e colpisce soprattutto soggetti di età superiore a 50 anni.

Può essere primitiva o conseguente a patologie vascolari, neurologiche, infettive, traumatiche o compressive.

Clinicamente si caratterizza per episodi dolorosi parossistici, di breve durata e molto intensi, che tendono a presentarsi con frequenza anche elevata in periodi di settimane o mesi.

I periodi di crisi sono intervallati da periodi, anche lunghi, di assoluto benessere.

 

Nevralgia Occipitale (Nevralgia di Arnold)  

La Nevralgia di Arnold si caratterizza per crisi dolorose acute e molto intense localizzate nel territorio di distribuzione del nervo occipitale (regione posteriore della testa fino alla regione retro-oculare).

Il dolore si accompagna spesso a contrattura della muscolatura del collo, fotofobia, fonofobia, disturbi dell’equilibrio, nausea e vomito.

La nevralgia occipitale è trattata estesamente in questo articolo: Nevralgia Occipitale.

Nevralgia Glosso-Faringea

La nevralgia glosso-faringea si caratterizza per episodi di dolore molto intenso, unilaterale, localizzato a livello di orecchio, base della lingua, tonsille e angolo mandibolare.

Esistono forme idiopatiche e forme secondarie.

 

Nevralgia del Nervo Intermedio

La nevralgia del nervo intermedio ha un’incidenza molto bassa.

Clinicamente si caratterizza per la presenza di episodi dolorosi parossistici localizzati a livello dell’orecchio e della regione parieto-occipitale del cranio.

Può essere una complicanza di infezione da virus erpetici.

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